30/03/09

Valigie


Non sapevo nulla di Budapest e anche se ora so come si dice "grazie" in ungherese, non posso davvero dire di saperne molto di più di  7 giorni fa (vedi post precedente). Eppure sento di aver preso/appreso tanto da questo piccolo viaggio. E' banale ma le persone che incontriamo, i luoghi che visitiamo, le assurdità che ci accadono hanno in comune spesso solo una cosa: noi stessi. E siamo sicuramente noi a metterci nella condizione di assorbire, accogliere o al contrario di chiudere, lasciar fuori, non voler vedere.

Io avevo bisogno di cambiare inquadratura, di non vedere il mio prato mai tagliato, le mie posate, il pezzo di parmigiano sudato nel mio frigo, i miei posaceneri sempre troppo pieni, il mio letto disfatto  e senza pensarci tanto ero in  volo verso la capitale di un paese dalla lingua impossibile e di cui so poco e niente.

Ed è forse stato questo MIO bisogno, provato, ascoltato e quasi subito soddisfatto a permettermi di ritrovare (ma l'avevo mai davvero trovato?)  un pezzettino di me. Mi sono concesso Libertà. Un sapore che non gustavo da un bel pò. Sentirmi libero a Budapest è stato il piacere dell'acqua calda e del vapore dopo vento gelido, è stato sesso giocoso e senza colpa, è stato sedurre più coi miei occhi che con le mie parole, è stato parlare con la voglia di ascoltare e non per dimostrare, è stato cercare quello che volevo e non quello che dovrei volere, è stato perdersi, non controllare, è stato sentire con le mani più che con le orecchie,  è stato avvicinare un ragazzo con un sorriso senza pudore, senza temere il rifiuto,  è stato dire a me stesso "Perché no?"  quando un tempo non sarei riuscito, è stato guardare con gli occhi e non con la mente. E improvvisamente il mondo, i volti, gli incontri hanno smesso di essere una minaccia e sono diventati una fonte inesauribile di benessere, di esperienze mai provate, di vita da assaporare. 
 
Facile lontano da casa? Per me no. Mi porto sempre tutto dietro: nonostante viaggi solo con bagaglio a mano, le valigie veramente pesanti, quelle che ti trascini faticosamente da anni  non sono mai riuscito a lasciarle a casa. Stavolta no e vaffanculo, ho viaggiato davvero leggero e ora  spero di non ritrovarle più quelle cazzo di valigie qui a casa in qualche vecchio armadio mentale.

Budapest fatiscente e affascinante come una una vecchia diva sulla via del tramonto, mi ha regalato tutto questo e tra i suoi edifici art-nouveau io, ma solo io, vedrò  sempre tutto questo.

Ci voleva il Danubio per scoprire che forse qualcosa in me sta davvero cambiando. 

24/03/09

La regina del Danubio


Tra 7 ore parto per Budapest.
Mi fermo fino a domenica.

E' da un anno e mezzo che non mi allontano da casa per più di 48 ore.

Non ho fatto bagagli. E quelli emotivi spero di lasciarli a Roma.
Non ho studiato. E mi perdono
Non ho aspettative. Voglio lasciarmi stupire e magari imparare a scoprire.

Andrà bene.

Ecstasy for me

Quando un pezzo ti entra dentro per sempre.
Questa canzone per me è gioia e dolore. Ogni volta che l'ascolto


Zittite last.fm la sotto e ascoltatela

The Magnetic Field - "Take ecstasy with me"

20/03/09

Du conti


Oggi ho speso:

45,94 €
da Naturasì (prodotti bio, senza glutine, senza latte, senza qualcosa, senza.)
37,00 €
di fumetti (Sandman, X-Men e la nuova, inutile quindi imperdibile saga Secret Invasion)
300 €
in fisioterapia posturale (5 sedute)
490,00 €
di psicanalisi (1 mese)
9,60 €
in due pacchetti di sigarette
28,00 €
in 10 nighiri di Sushi (ottimi devo dire)
285,00 €
in tre paia di scarpe Kickers (invernali) praticamente identiche agognate da tempo



Totale 1195,94 €
solo per esistere, per essere, per sopravvivere.

Ma allora vivere quanto mi costerebbe?
O forse se vivessi davvero spenderei meno?

09/03/09

Fatti mandare dalla mamma...

Stasera mio fratello mi ha chiesto di andare a comprare un litro di latte per suo figlio, il mio spettacolare nipotino. Sua moglie sull'uscio mi ferma e si raccomanda "Quello ad ALTA QUALITA'!! E' importante".

Servizievole come solo i bisogni dei bimbi mi rendono, vado. Quando apro il frigo del baretto sotto casa vengo folgorato da questo ficcante pensiero:

"Ma se quello che compro per il mio nipotino è di ALTA QUALITA', ne deduco che gli altri cartoni di latte che gli zii più parsimoniosi o semplicemente meno accorti di me comprano, è di MEDIA QUALITA' o peggio di BASSA O INFIMA QUALITA'? "

Superato il dolore per quei bimbi condannati a bere latte di mediocre qualità mi chiedo:
ma se le altre confezioni riportassero fedelmente la dicitura "MEDIA, BASSA O ACCETTABILE QUALITA'" in quanti lo comprerebbero?

Eppure il brillante sillogismo della mia deduzione era lì a portata di tutti tra gli scomparti di un baretto qualunque. Credo che nessuno - a meno che non sia seriamente indigente- si odi al punto di condannarsi a bere latte etichettato di BASSA QUALITA' quando per pochi centesimi in più potrebbe raggiungere la vetta dell'ALTA QUALITA'. Sarebbe anche socialmente riprovevole : "Oh guarda quello.. beve latte di BASSA QUALITA', che sfigato". Eppure in molti lo fanno e sembrano non soffrirne particolarmente.

Capisco che il segreto è tutto nell'omissione. Basta non scriverlo, non dedurlo, non esplicitarlo e tutti felici gli altri zii tornano a casa con un cartone di latte normale di INDEFINITA QUALITA' convinti di non aver fatto un torto a nessuno.
Insomma le parole sono importanti ma in questo caso il marketing di più.
Chi se frega del latte ma penso che come in molte altre faccende un'ovvia verità come questa svanisce se nessuno la denuncia, la grida, la spiega, la deduce, la pensa. E chissà quanto latte di infima qualità continuiamo a bere senza saperlo, senza volerlo vedere.

P.S. io comunque non bevo latte da anni

07/03/09

Father and Son


Ciao Papà ecco il punto è che.. sono gay. Sì hai capito bene. Frocio. Forse lo afferri meglio. Sì sì proprio io tuo figlio, il più piccolo, quello che ti ha staccato la faccia, che ha i tuoi stessi occhi e il tuo sorriso. E no.. non sono proprio lo stallone sciupafemmine che credevi o che ti piaceva credere. Mi piacciono gli uomini, i maschi.

Le fidanzate? Tutte quelle ragazze che chiamavano, che mi ronzavano intorno? Amiche per lo più e sì in effetti qualche fidanzata c'è stata ma saranno ormai 10 anni che una donna proprio non riesco a vederla con quegli occhi che poi erano i tuoi, non i miei.. il mio - MIO - campo visivo oggi, come allora in fondo, tende a escluderle come oggetti sessuali.

Che schifo, dici? Beh a me ha sempre fatto un po' schifo il tuo comportamento in molte situazioni ma ero piccolo sai. Allora era solo un disagio, oggi lo so anche dire. Odiavo com'eri con Mamma, odiavo com eri con mio fratello più grande che, diciamocelo, ai miei occhi di bambino è sempre sembrato molto più intelligente e interessante di te. Odiavo soprattutto il fatto che tu proprio non vedessi mai, nonostante tutto, nonostante TE, l'incredibile splendore che eri riuscito a mettere al mondo. Tre figli. Tre ragazzi tanto meravigliosi quanto diversi tra loro e da te. Non ce la potevi proprio fa' eh Papà? Noi esistevamo solo quando eravamo una tua estensione o qualocosa da reprimere.
Tutti promossi con un pallone tra i piedi, in una piscina o in un campo da tennis.. incomprensibili alieni con uno strumento in mano, un libro sotto gli occhi o un disco nelle orecchie. Non era il tuo terreno. O meglio poteva diventarlo se poi riuscivi a vantartene con qualche amico al bar... come un successo tuo, svilito in un aneddoto rubbacchiato per strappare un po' d'ammirazione tra 4 decerebrati.

Che importa se tua moglie non fa altro che ripetere di non diventare come te? Che importa se in fondo quei ragazzi con i tuoi stessi occhi e il tuo sorriso non sai nemmeno chi sono e sfuggono sempre il tuo sguardo e le tue domande che mai cercavano davvero una risposta?

E al bar papà desterà pure ammirazione la lingua straniera in bocca, il rigore azzeccato, il trofeo sulla mensola e la laurea nella cornice ma che mi dici dell'uomo nel letto? Come avresti fatto papà? Che ti saresti inventato col figlio frocio?

Mi avresti messo le mani addosso Papà? Davvero? E poi? Buttato fuori di casa? Diseredato? Avresti usato quella paura che ancora mi fai? E per quanto e poi come? Avresti smesso di parlarmi? Non sarei più stato tuo figlio? Lo sono mai davvero stato?

Sai è stato faticoso fingere, omettere, dissimulare. Quando dentro piangevo per B. dovevo comunque ridere alle tue battute sulle fiamminghe un po' troie. Quando mi sentivo solo come un cane e ascoltavo per ore "Half a person" e "Heaven knows I'm miserable now" sperando di incontrare un "Charming Man" (vabè ma te che ne sai degli Smiths?) pesava come un macigno sostenere quel tuo cameratismo machista da osteria numero 1000. E quando riuscivo, in qualche locale o con qualche ragazzo, a ritagliarmi un angoletto felice e a sentirmi intero bastava una tua domanda - ma ce l'hai la ragazza? - per sgretolarmi in mille frammenti di uno specchio che, per quanto distorto, ti riflettesse.

Non vedevo controidicazioni allora: mentire era piuttosto semplice tutto sommato. Un farmaco innocuo, indolore e benefico per tutti. Lo assumevo solo io però e gli effetti collaterali sono poi arrivati tutti e mi sto ancora disintossicando credo. Se mai ci riuscirò.

Che effetto ti fa Papà? Ti dispiace un po' per me?
Saresti stato capace di abbracciarmi?

Cazzo Papà non lo scopriremo mai... Perché sai che c'è? C'è che ti ho protetto per troppi anni. Quel ragazzino con tuoi occhi ha evitato di metterti di fronte al tuo più grande fallimento. No no.. non fraintendere. Il fallimento non è avere il figlio frocio papà. E' che tu davvero non c'hai mai capito un cazzo di quelle tre persone che ti sono cresciute accanto e che ora ti vedono invecchiare. Questo è un colpo che davvero non avresti retto. Hai scelto di non vedere e io te l'ho lasciato fare. L'ho fatto per te. Certo che avevo paura ma tu ce l'avresti fatta ad affrontarti? Chi è il padre, chi è il figlio? A quanto ne so non mi pare che tu abbia avuto un gran coraggio con tuo padre. E comunque sono sicuro che alla fine avresti sofferto più tu di me. Invece ho sofferto io anche per te tranquillo Papà. Tanto.

Dovresti ringraziarmi papà o forse no. Perché proprio ora che proteggerti non era più possibile che avevo raccolto un po' di forza tenednomi lontano da te e trovando pezzetti di me in amori e alleati; oggi che avrei scelto di non risparmiarti il dolore, di distribuirlo più equamente tra noi, che non avrei sfuggito il tuo sguardo ma l'avrei cercato con determinazione e orgoglio. Oggi che ho bisogno di combatterti e l'armatura sembra reggere.. tu non ci sei più.

L'Alzheimer ti ha portato via Papà.

Di quell'uomo spaventoso restano solo i lineamenti sfocati. Le parole dure che sapevano sempre ferire hanno lasciato spazio a un bofonchiare senza il minimo senso. Il mio più acerrimo nemico si è trasformato in un bimbo terrorizzato da prendere per mano. Mi hai fregato papà , mi hai lasciato come un coglione su un campo da battaglia deserto. E ora come allora da me avrai solo amore, affetto e protezione. Nonostante tutto, nonostante te.

Ti perdono perché ora posso e lo faccio per me anche se questa sera, come tutte le sere ormai, ti metti il cappotto e vuoi tornare nella tua casa di bambino che non esiste più. Ti capisco sai? Perché in una parte ben nascosta di quel tuo cervello irrimediabilmente malato sai che noi, i tuoi figli, la tua casa non la siamo stata mai.