31/05/09

La sindrome Will & Grace


Alcuni uomini gay (io) e alcune donne etero spesso stringono legami di amicizia forti, esclusivi, duraturi, spesso morbosi che scivolano in poco tempo in una complicità fatta di affinità elettive, intimità degna di coppie al 50esimo anniversario.

Questa relazione si nutre chiaramente dell'implicita consapevolezza che il sesso non sarà mai un problema, che l'attrazione (se c'è) resta ben confinata nei limiti di una reciproca ammirazione verbale che può al limite sfociare in qualche carezza o bacino adolescenzial/platonico. Nessun imbarazzo, nessuna minaccia, nessun pericolo. A volte lei si rende conto di essere innamorata e allora l'equilibrio si rompe ma questa è un'altra storia.

Anche gli oggetti delle rispettive mire non saranno mai un problema: lui cerca maschi gay, lei etero. Nessuna competizione: un connubio perfetto. Il terreno di gioco è distante ma restano le dinamiche simili sulle quali confrontarsi (che divertimento!)

Eccoli (ci) quindi tutti contenti mano nella mano a raccontarsi particolari piccanti, trombate, delusioni, depressioni, insoddisfazioni con i rispettivi partner felici di aver trovato questa anima gemella, resa monca solo dall'insignificante dettaglio che il nostro orientamento sessuale guarda l'altra metà del cielo: E vabbè pazienza. "Se solo fossi un uomo.." Se solo fossi etero!" Un bel sospiro e il gioco continua.

Ecco, io, oggi, alla veneranda età di 34 anni sono giunto all'amara conclusione che questa dinamica, questa sindrome non mi fa bene. Riflettendo, mi sono reso conto di quanto ho privato in termini di condivisione, complicità e intimità il rapporto col mio compagno spostandolo in quello con la mia cara amica.
Oggi mi chiedo (a storia finita per altre ragioni) se vorrei un compagno che avesse un rapporto così esclusivo con qualcun altro e la risposta è NO. Se l'amico fosse un uomo gay anche i più liberali alla fine storcerebbero il naso nel timore di una componente sessuale ma trattandosi spesso di una donna (con la quale il rischio adulterio non c'è) si tollera. Sesso a parte (che poi è il male minore a mio avviso) la sostanza del tradimento è lo stessa. E' più grave un pompino random o condividere con qualcun altro i pensieri più intimi, la quotidianità, le proprie scoperte?

Personalmente dopo 7 anni di storia ero arrivato al punto di condividere, cercare e confrontarmi molto più con la mia amica che con il mio compagno e questo alla lunga ha avuto il duplice effetto di allontanarmi dal mio ex ("tanto non mi capisce come lei") e solo di rimandare l'inevitabile rottura con lui compiacendomi in fondo di ritrovare nella mia amica quel pezzo ormai mancante nel mio rapporto.

Da single questo rapporto "quasi di coppia" diventa indispensabile col rischio di rendere sempre più complesso aprirsi a un'altra persona. "Chi può competere con la nostra complicità?" Senza considerare l'inevitabile quanto odioso vaglio dell'amica del cuore (ma vale per entrambi).

Secondo me oltrepassato un certo livello (impossibile da definire) di intimità e complicità, un'amicizia dove il sesso non è possibile rischia di diventare una sublimazione di un rapporto di coppia senza il bello e il brutto dello stare insieme. Malsano. Che dire di tutte quelle donne (le ben note fag hag - streghe dei froci) che si circondano di omosessuali e sono perennemente single?
In base alla mia esperienza questo non accade in altre combinazioni: maschio gay-maschio gay o maschio gay- donna gay o maschio gay- maschio etero. Forse inconsciamente lavora dentro noi gay l'idea social culturale che tutto sommato con una donna etero siamo in un posto "giusto", più giusto e socialemnte accettabile che con un altro maschio. Non so.
Qualcuno leggendo potrebbe obiettare: "Che male c'è?" Nessun male. Dico solo che io ora non ne ho più voglia. In questo momento della mia vita l'autocoscienza con l'amichetta non mi basta più, anzi mi urta. Meglio la vita, come dire vera fatta anche di sesso usa e getta, di solitudine, di investimenti emotivi sinceri, di sensazioni che si provano e non si raccontano, di esperienze vissute e non di parole. Crudo, spesso doloroso ma sempre autentico. Inoltre credo che abbiamo una gamma limitata di emozioni e energie da dedicare agli altri. Ognuno ci faccia quello che crede ma io vorrei usarle principalmente per qualcuno con cui vorrei passare la vita o col quale vado volentieri anche a letto.

Insomma per me la stagione di "Una donna per amico" finisce qui.


P.S. In fondo anche Will&Grace dopo 7 stagioni sono arrivati alla stessa conclusione.

1 commento:

Tico Palabra ha detto...

Capisco che questo blog - fin dal titolo - è totalmente a tuo uso e consumo... ma mi mancano i tuoi post.

Forse è un segnale positivo, per te.

Forse, soprattutto, mi manchi proprio tu. Tanto!