26/02/09

2 Late

Certe notti vado a dormire e la voglia di vivere non è sotto le coperte con me. Ultimanente è sempre tardi, troppo tardi. Vedo la luce insinuarsi dalle tapparelle ermeticamente chiuse e capisco che è mostruosamente tardi quando sento che il motore della caldaia centralizzata entra in azione e che quindi il mio "tardi" è diventato "presto" per quasi tutti gli altri.

Quando si chiude la lotta con i movimenti inovolontari del mio collo e un crampo fa scivolare il libro dalla mia mano congelata (facendomi perdere per l'ennesima volta il segno) decido che è ora di affrontare il buio.

Ma il buio non è nero come la fine di un film, è invece l'inzio di un mediometraggio dai colori cupi. Una spaventosa carrellata di immagini nella testa mi urla che è tardi.

Il sole è ormai alto e devo assolutamente dare le spalle alla finestra per non subirlo.

E' tardi per diventare una persona tanto diversa da quella che sono. E' troppo tardi perché ormai ho sofferto quando davvero non ne valeva la pena. E' tardi per aver affogato me stesso in un bicchiere di aspettative altrui. E' tardi per guarire dalle ferite che mi sono autoinflitto e che gli altri più o meno inconsapevolemnte mi hanno procurato. E' tardi anche per fare il ballerino, o diventare interprete. Cazzo quant'è tardi.

Sento i bambini entrare nella scuola dall'altra parte della strada ma a casa mia è sempre notte.

Trentaquattro anni: "Sei un ragazzino" "Non sei mica un ragazzino" "Responsabilità" "Tu puoi fare quello che vuoi" "Mica vorrai mollare un contratto a tempo indeterminato?" "Al tuo posto lascerei il lavoro" "Il tuo lavoro è invidiabile" "Riusciresti in qualunque campo" "Ma mo' che ti metti a fare?" "Si lavora per vivere, non il contrario" "Che fai se non lavori?" "Puoi permettertelo" "Non puoi peremettertelo" "Io amo quello che faccio" "Io ne ho bisogno" "Se rinascessi rifarei tutto uguale" "Che vorresti fare?"

Cazzo la radiosveglia! Ma perché mi ostino a metterla alle 09:30?

Come si fermano i pensieri? Come si porta la mente dove vuoi? Io non ci riesco mai. Mi vengono in mente quegli attori che nei film dicono sempre che per resistere ad avances indesiderate o a erezioni imbarazzanti pensano a immagini apocalittiche, carestie o genocidi per uccidere l'eccitazione. Mica funziona. E il contrario funziona ancora meno. E poi a che dovrei pensare per stare meglio? A quando ero più felice? Beh mi fa stare anche peggio.

Finalmente il corpo ha la meglio sulla mente e il buio diventa davvero buio.

Mi sveglio. Saranno le due di pomeriggio o ancora no? E' ancora legale fare colazione? Nel mio regno sì. Mentre spremo un arancio saluto con un sorriso una vecchia amica: è lei, la voglia di vivere è passata a trovarmi di nuovo. Speriamo si fermi a lungo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Alle ventitré e ventisette minuti del tré marzo duemilanove non è tardi nemmeno per mangiare. E' tardi finché ti convinci che è tardi, di essere in ritardo. Non è affatto tardi, non è mai troppo tardi.